su questo ci stiamo lavorando, io e qualche amico. se vien fuori qualcosa faremo sapere.
in pratica la cosa puo essere vista da diversi punti di vista.
esistono dei circuiti di memoria (se ti interessano ti mando gli schemi), che funzionano (sempre in accordo alla tecnica beam che simula gli organismi biologici) un po come le connessioni nervose, e cioè simulano i processi di apprendimento attraverso le associazioni: per esempio: dopo un certo numero di associazioni tra gli stimoli A B (che danno la risposta C) il circuito impara a dare la risposta C solo in presnza di A, anche senza bisogno di B...se però non esiste un "rinforzo" (= ogni tanto deve accadere anche la presenza di A e B contemporanea) il circuito perde questa capacitÃ* associativa, ma la recupera solo se si riallena....collegando diverse di queste funzioni ne puo venir fuori un coportamento coerente e adatto ad una certa rappresentazione dell' "ambiente", oltre che adattativo, al mutare dell' "ambiente".
questo tipo di memoria è molto interessante in quanto, come dicevo, simula alcuni processi conoscitivi degli organismi viventi. naturalmente con vantaggi ma anche limiti logici importanti: non credo che potrebbe facilmente memorizzare le mosse migliori per giocare a scacchi..
invece, per quanto riguarda la memoria come rappresentazione del mondo esterno (= la "mappa") il discorso è diverso. uno degli aspetti di interesse dei robot minimalisti (tra cui i beam) è la voluta assenza di una rappresentazione piu o meno esatta a priori del mondo esterno: sorprendentemente, alcuni di questi riescono a cavarsela benissimo anche senza di essa: la cosa interessnate, in questo caso, consiste nello sperimentare "quanto sia necessario avere una rappresentazione esterna e a che livello" per svolgere "un certo numero di funzioni", in altre parole: quanto riesci a fare con il minimo a disposizione. un esempio pratico puo essere quello di venir fuori da un labirinto usando degli algoritmi semplicissimi: il caso piu famoso è quello del robot che, perfino senza nessuna elettronica, solo con uno switch, controlla i motori per seguire sempre il lato sinistro della parete: nella maggior parte dei casi questo si rivela un meccanismo molto efficiente, anche in rapporto alla estrema semplicitÃ*. personalmente ho sperimentato alcune soluzioni con una piattaforma beam dotata di un numero limitato di elementi conoscitivi, e devo dire che mi piacerebbe sfidare un robot analogo a uscire da un labirinto concepito con altre tecniche.
un altro problema collegato e interessante è quello dell'aspirapolvere: quale è la soluzione piu efficiente per far coprire a un robot aspirapolvere il percorso necessario a pulire una stanza nel modo piu efficiente (tempo, costi, complessitÃ* progettuale, affidabilitÃ*, percorso piu utile...ecc)? è davvero necessario un sistema di mappatura "convenzionale"?
quello che voglio dire, insomma è che il concetto di "mappa" è qualcosa che va bene per noi, ma non necessariamente puo essere la soluzione migliore per il robot, se è lui che deve svolgere un certo compito in un certo ambiente. quindi, a seconda del compito da svolgere, soluzioni diverse da quella di un sistema di rilevamento "convenzionale" potrebbero essere molto interessanti anche da un punto di vista applicativo.
ciao
Luciano
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