Tanto per stuzzicare il tuo insaziabile appetito.... tecnologico

Degli ultrasuoni, se hai seguito il lavoro di Guido, sai già tutto, quindi che scrivo a fare?
No, vabbè, continuo.
Gli ultrasuoni vengono quasi sempre usati come misuratori di distanza sfruttando la nota S=V*t
Quindi un gridolino lanciato nell'etere ci torna come echo dopo un tempo chiamato tempo di volo che è proporzionale alla distanza del punto di rimbalzo.
Inutile dilungarsi, limiti, caratteristiche e potenzialità si leggono ovunque.
Un modo poco usato, in quanto non è facile, di utilizzare gli ultrasuoni è quello di inviare un segnale continuo e misurare le variazioni di fase/frequenza.
Prendi due capsule US, alla tx mandi un segnale continuo, sull'oscilloscopio visualizza il segnale trasmesso in un canale e quello ricevuto come echo sulla capsula RX sull'altro.
Se riesci a tenere tutto fermo vedi due segnali a 40KHz più o meno sfasati, aggiusta la base dei tempi in modo da avere 2-3 periodi.
Muovendo anche di pochissimo il bersaglio vedrai muoversi uno dei due segnali avanti o indietro.
Riuscendo a misurare la variazione di fase si potrebbero apprezzare non distanze ma variazioni della stessa micrometriche
Vedere l'onda riflessa che scorre avanti o indietro significa che la frequenza è diversa rispetto all'originale, che rimane ferma perchè è lì che hai il trigger, misurare la differenza di frequenza fra i due segnali ti da la velocità con cui lo spostamento avviene (effetto Doppler)
Questo sistema presenta anche il vantaggio di non dipendere dalla velocità di propagazione, il ritardo con cui ricevi l'informazione lo è ma non l'informazione, questo perchè lavoriamo sulla differenza.
Il punto è che al di là della difficoltà di fare quel tipo di misure, se lo spostamento supera il periodo del segnale perdi il riferimento, in altre parole se avevi il segnale in fase e te lo ritrovi in fase potresti:
-non esserti spostato
-esserti spostato di uno spazio pari al periodo o un suo multiplo
beh, era giusto per farti un po' di confusione